Gruppi di volontari per salvare il gambero autoctono attivi in 9 aree protette lombarde

Nove aree protette dell’arco prealpino e alpino lombardo hanno dato vita a task force di volontari per condurre interventi rapidi e coordinati di recupero delle popolazioni di gambero di fiume autoctono (Austropotamobius pallipes) che si trovino improvvisamente a rischio di sopravvivenza per eventi naturali, come la secca prolungata dei torrenti, o per eventi causati dall’uomo, come lo sversamento di materiali tossici nelle acque.

Tecnicamente si chiamano Gruppi Recupero Gamberi (GReG) e sono stati istituiti nelle seguenti aree protette: Parco dei Colli di Bergamo, Parco delle Orobie Valtellinesi, Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, Parco Campo dei Fiori, Parco dell’Adamello, Parco del Monte Barro, Parco Spina Verde, Riserva naturale Sasso Malascarpa e Riserva Naturale Oasi WWF Valpredina. In altre parole, è interessato quasi tutto l’areale lombardo di distribuzione del gambero di fiume autoctono, una specie di interesse comunitario tutelata dalla legislazione regionale.

La costituzione dei GReG è un primo risultato concreto dei corsi di formazione realizzati l’anno scorso nell’ambito del progetto Life Gestire 2020, che tra i suoi obiettivi annovera, infatti, la promozione della partecipazione dei cittadini e delle cittadine alle attività di conservazione della biodiversità in Lombardia.

Da oggi in poi, dunque, se vi capita di notare delle possibili minacce per la sopravvivenza delle popolazioni di gambero di fiume autoctono, potete contare sull’intervento dei GReG. È sufficiente contattare il parco o la riserva nel cui territorio avete notato la minaccia e ci pensano loro a far intervenire i volontari.

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